130 ANNI DI LEGACOOP: ALLERUZZO, COOPERARE NON E' SOLO FARE IMPRESA
Settore: LEGACOOP MARCHE
“Con i 130 anni di Legacoop, festeggiamo una lunga storia contrassegnata da impegno, solidarietà, emancipazione, fratellanza, passione, ma soprattutto cooperazione”. Lo ha detto il presidente di Legacoop Marche, Gianfranco Alleruzzo, alla Biennale dell'economia cooperativa, organizzata alla Mole Vanvitelliana di Ancona per celebrare l'anniversario di costituzione di Legacoop, avvenuto nel 1886 a Milano.
“Cooperazione – ha sottolineato il presidente - è un termine che va ben oltre la forma d’impresa, in quanto il comportamento cooperativo è stato fondamentale nell’evoluzione umana: la società è il prodotto della cooperazione sociale, orientata e pungolata non solo dai comportamenti solidali, ma anche da quelli più opportunisti cioè dalla naturale varietà e ricchezza del comportamento umano”.
Oggi, ha aggiunto Alleruzzo, “è la competizione il paradigma sul quale si fonda il mercato e questo orienta l'intero assetto sociale”. Tutto “è occultato dal fragore della ideologia della competizione, che tende a scalzare la ricchezza delle modalità di interazione umana e del mercato, per riempire con il suo misero significato ogni scambio quotidiano. Dobbiamo, invece, riappropriarci della ricchezza degli scambi che sono possibili in un mercato dinamico e non ingessato da parole d’ordine che lo stanno sempre più irrigidendo e mortificando. Perché azioni inappropriate, conseguenti a letture obsolete della realtà, squilibrano sempre più il sistema che, irrigidendosi progressivamente, finisce per crollare. Non possiamo evitare le crisi, ma se vogliamo evitare il tracollo dobbiamo modificare le nostre azioni e questo richiede nuove letture della realtà sociale e del mercato”.
In questa fase, secondo Alleruzzo, "stiamo sperimentando sulla nostra pelle una mutazione del nostro ambiente economico, sociale ed ambientale così radicale che ci sollecita a fare sempre di più e sempre più velocemente. E nonostante tutti stiamo correndo sempre più velocemente, i risultati non sono all’altezza dello sforzo”. Si tratta, perciò, “di farsi domande utili per provare ad articolare risposte nuove con le quali esplorare nuove possibilità, delle quali sarebbe opportuno assumere collettivamente la responsabilità” in “un progetto di democrazia economica in cui si fa esperienza delal responsabilità senza la proprietà” e in cui “la complessità interna di ogni cooperativa è oggi immersa nella tumultuosa complessità dell’ambiente economico e sociale.
Legacoop ha "il mandato di sostenerne la navigazione in questi mari in continua burrasca, ma caratterizzati da improvvise e apparentemente infinite bonacce” perché “cooperare è far fare la pace tra le parole e l’agire, creare un clima di fiducia con la certezza che sarà lacerata, ma che ci sarà un collettivo capace di rammendarla, assumendosi l’onere di un progetto che mutando senza sosta, permetta di far convivere saperi, desideri, aspettative e interessi non solo differenti, ma a volte in contrasto. Senza questa complessità, che è quella necessaria a contenere l’umano, la cooperazione diviene una delle tante forme di impresa presenti sul mercato”.