FORMAZIONE: COOPERAZIONE PARTNER NATURALE PER LE AREE INTERNE
Settore: LEGACOOP MARCHE
La scommessa è ritenere le aree interne una risorsa. Una sfida in cui il modello cooperativo può essere protagonista e vincente. L’input arriva dall’incontro dedicato alle “Aree interne: una risorsa per le Marche - Cooperazione in ambiente montano: una scelta naturale", quarto appuntamento del percorso di formazione per i nuovi quadri cooperativi organizzato da Legacoop Marche con Generazioni Legacoop Marche e 4Form.
“Le Marche, come regione plurale, vede da una parte un grande benessere sulle zone costiere – ha detto il presidente di Legacoop Marche, Gianfranco Alleruzzo -, e da una parte quella delle zone interne, che fa maggior fatica, con i fattori dello spopolamento, della riduzione del numero delle imprese, con le conseguenze della crisi economica e del sistema bancario”.
Alleruzzo ha sottolineato come "la grande storia delle aree interne è fatta di cultura, agricoltura, eccellenze, un territorio che ha bisogno di un grande movimento che promuova soprattutto lo sviluppo di nuovi servizi e di attrattività. Abbiamo bisogno di portare nuove persone e il nostro contributo sarà nell’organizzare, come movimento cooperativo, queste persone”. Questo, ha aggiunto Alleruzzo, “con una cultura della comunità, che è propria della cooperazione e che può essere di grande interesse anche per lo sviluppo economico e sociale di queste zone”.
I grandi progetti su cui è necessario investire, per Massimo Sargolini, docente Università di Camerino, sono la scuola, la sanità, con la possibilità di creare un sistema di gestione virtuale, il digital divide, la necessità di collegare la mobilità lenta con quella veloce. Elementi che sono previsti anche nella Strategia nazionale per le aree interne. “Siamo di fronte a grandi temi, significativi, per riabilitare un’area che, in questo momento, non vede prospettive rosee – ha detto Sargolini -, un territorio che purtroppo coincide largamente con le aree del cratere del terremoto, che già risentivano dei fattori negativi dello spopolamento e della mancanza dei servizi”.
Esperienze di rinascita e di trasformazione che sono già presenti nelle Marche, come nell’entroterra pesarese, dove sono stati sviluppati nuovi servizi. “La grande operazione è creare una microeconomia locale che comprenda tutta la comunità – ha sostenuto Cesare Baldeschi, cooperatore e progettista -, sarà possibile così almeno fermare il declino di questi territori ma senza un’operazione straordinaria che richiami abitanti, giovani, che colleghi servizi a nuove professioni, con una forte politica a regia regionale, con un impegno importante, che non dovrà interessare solo le piccole e medie imprese ma anche i servizi, la scuola, la sanità. Un impegno sulla pluralità di nuove professioni che potremmo attirare ma verso i vecchi lavori, quelli che sono andati persi e che vanno recuperati”.