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VANNI (LEGACOOPSOCIALI): VOGLIAMO RISPOSTE SU LAVORO, SALUTE E COESIONE SOCIALE
19 nov 2020
Coesione sociale e territoriale, lavoro e salute: essere resilienti e guardare alle generazioni future. Questi i temi proposti da “Generazioni future – Incontro con le istituzioni”, il secondo appuntamento dell’Assemblea dei delegati 2020 di Legacoopsociali. Un confronto “diverso”, che si è svolto in videoconferenza ed è stata coordinata da Romano Benini.
“Stiamo vivendo un momento in cui le transizioni (digitale, demografica, climatica, dei modelli di lavoro, dei bisogni di salute e benessere su cui peraltro stavamo già riflettendo) hanno avuto una forte accelerazione legata agli effetti della pandemia. Quello che cerchiamo di fare oggi come associazione e come cooperative è agire in questa epoca di transizioni accelerate facendo fronte alle emergenze del quotidiano con uno sguardo di lungo periodo e attivando progettualità che pensano agli impatti sul futuro”.
Lo ha detto in apertura la presidente nazionale di Legacoopsociali, Eleonora Vanni, che ha rilanciato il ruolo della cooperazione sociale e chiede impegni concreti alle istituzioni: “Noi cooperatori e cooperative possiamo e vogliamo fare solo la nostra parte quindi chiediamo politiche di welfare e di sviluppo economico innovative e di sistema con importanti investimenti, orientati a progetti di filiera e di sistema, all’inclusione sociale e lavorativa e all’innovazione di un settore, l’economia sociale, che può essere traino economico e sociale della ripresa”.
Le proposte e le risposte istituzionali
Sviluppo economico – È essenziale definire: un riferimento dedicato per la cooperazione sociale nell’ambito del Mise per la valorizzazione del suo ruolo imprenditoriale e di agente di sviluppo economico ed il coinvolgimento nelle occasioni di consultazione; una interlocuzione con la Dg “Incentivi alle imprese” in relazione alla agibilità al Fondo per le Imprese Sociali e a eventuali ulteriori risorse dedicate; uno stretto raccordo fra la Dg “Enti cooperativi” e Dg “Incentivi alle imprese” anche ai fini promozionali dell’impresa sociale cooperativa; l’inclusione dell’innovazione dei servizi alla persona con l’impiego delle tecnologie gestionali e assistive nei driver di sviluppo finanziati del Ministero.
Su queste istanze è intervenuta la sottosegretaria al Mise, Alessia Morani: “La cooperazione deve entrare nella priorità del governo, soprattutto per la rete dei servizi. La presenza delle coop sociali di inserimento lavorativo deve essere incentivata. Anche le aree interne rappresentano un’opportunità come i borghi, per attivare processi di ricostruzione bisogna intercettare attori che sono portatori di cambiamento”.
Lavoro e welfare – Tra le proposte di Legacoopsociali sul tema ci sono:
L’inserimento in norma del riconoscimento normativo dell’adeguamento delle tariffe dei servizi al rinnovo del Ccnl della cooperazione sociale che lavora in appalto/convenzione/accreditamento con gli Enti pubblici poiché, per i servizi alla persona, si tratta di servizi con tariffe, generalmente, definite dal pubblico o il cui maggior costo ricade sui cittadini e, per le cooperative B) in considerazione della finalità principale e cioè l’inclusione lavorativa delle persone svantaggiate.
La promozione della cooperazione sociale di inclusione lavorativa come soggetto delle politiche attive del lavoro.
La necessità di valorizzare l’apporto della impresa sociale e al suo interno della impresa sociale cooperativa, in quanto ad oggi la realtà maggiormente rappresentativa di questo tipo di impresa.
Su questi punti ha risposto il sottosegretario al Lavoro e al Welfare, Stanislao Di Piazza: “Condivido le finalità dell’inclusione lavorativa per le persone fragili e le condizioni di soci e lavoratori in rispetto del contratto vigente. Il governo e tutti i ministeri devono mettere in campo strumenti per garantire il rispetto di questi diritti. La cooperativa sociale va riconosciuta come operatore che agisce per il bene comune. Sto lavorando a una obbligatorietà della coprogettazione, anche con Comuni e Regioni i contratti devono prevedere deroghe che non mettano a rischio i servizi alla persona”.
Ed è anche intervenuta sul tema la sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi: “Abbiamo stanziato 500 milioni nelle politiche attive, pensando soprattutto ai Neet. Serve un processo riformatore con collaborazione pubblico-privato, i centri per l’impiego da soli non riescono a rispondere a questa situazione. Serve un assegno di disoccupazione che metta dentro la formazione per riqualificare le competenze anche in un’ottica di autoimprenditorialità”.
Sul tema del lavoro relativo ai servizi di welfare e socio-sanitari è intervenuta la senatrice Valeria Fedeli: “Bisogna attivare e uniformare armonizzando le normative attive sul lavoro. Bisogna lavorare sulla formazione qualificata per gli operatori superando convinzione che tali attività siano insite nella natura nel genere femminile: il lavoro di cura ha bisogno di qualità e quindi di formazione. Inoltre dobbiamo avere presente l’apporto più complessivo dell’economia della cura”.
Le Regioni
Emilia Romagna - La vicepresidente Elly Schlein ha portato l’esperienza amministrativa nella sua regione: “Gli spunti di lavoro comune in Emilia Romagna sono tra gli altri quelli sulla sanità pubblica integrata con i servizi socio-sanitari e sociali dentro cui c’è il ruolo della cooperazione sociale. Bisogna adottare una visione tridimensionale tra bisogna abitativo, sociale e sanitario. Bisogna capire come integrare i servizi di prossimità tra pubblico e privato, la cooperazione sociale ha già messo in campo queste esperienze. Sui servizi alla persona abbiamo visto le difficoltà affrontate con la residenzialità che va messa in stretta relazione con la domiciliarità, ma in mezzo c’è una terra da esplorare con le tante esperienze con co-housing e di abitare sociale”.
Lusetti, riaffermare il nostro ruolo nella transizione digitale
A concludere l’assemblea è stato il presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti. “La pandemia ci dimostra come le fratture si allargano in modo preoccupante – ha spiegato Lusetti - e pone l’esigenza di una grande attenzione al tema dei diritti delle persone e al pericolo di infiltrazioni delle mafie nell’economia. Il ‘tutto non sarà come prima’ e dobbiamo farci carico di uno spazio nuovo di agire imprenditoriale senza fare passi indietro. Secondo un sondaggio realizzato da Swg le persone che individuano nella forma cooperativa lo strumento più idoneo per poter uscire dalla crisi in chiave positiva sono il doppio di quelle che indicano l’impresa capitalistica. C’è, insomma, una domanda di cambiamento del paradigma che vede nella cooperazione un attore importante”.
“Dobbiamo uscire da una concezione di una ‘società al massimo ribasso, di cui gli appalti sono l’evidenza più lampante – ha aggiunto Lusetti -, in questo ci può aiutare la transizione digitale, dove l’esigenza di cambiare il nostro modo di lavorare potrà darci l’opportunità di riaffermare e rinnovare la nostra identità per continuare a svolgere con efficacia il nostro ruolo economico e sociale”.