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REGIONALI: ALLEANZA COOPERATIVE MARCHE, UNA STANZA AL SETTIMO PIANO
Settore: LEGACOOP MARCHE
17 set 2020
Quale visione per il futuro dell'organizzazione della “macchina” Regione, quale il pensiero sul ruolo della cooperazione sociale e del lavoro nelle Marche. Questi i temi del confronto organizzato dall'Alleanza cooperative italiane delle Marche con i candidati alla presidenza della Regione Marche, che si è svolto ad Ancona, e al quale hanno partecipato Maurizio Mangialardi, Gian Mario Mercorelli, Sabrina Banzato, Francesco Acquaroli, Roberto Mancini e Fabio Pasquinelli.
L’Alleanza marchigiana, che dà voce alle 900 cooperative associate a Agci, Confcooperative e Legacoop delle Marche, con 350 mila soci, 24 mila occupati, un fatturato complessivo di 3 miliardi di euro, ha simbolicamente chiesto “una stanza al settimo piano” di Palazzo Raffaello, per il riconoscimento del ruolo trasversale della cooperazione e per lavorare con il nuovo Governo regionale alla programmazione delle politiche economiche e sociali che possano valorizzare la forza innovativa e propositiva delle imprese cooperative.
“Affrontare la crisi, aggregare le imprese e alleare le organizzazioni” questo il filo conduttore del documento di proposte definite dall’Alleanza Marche su cui i tre presidenti delle associazioni cooperative, Stefano Burattini, Agci Marche e nel ruolo di guida dell’Alleanza marchigiana, Massimo Stronati, Confcooperative Marche, Gianfranco Alleruzzo, Legacoop Marche, si sono confrontati con i candidati presidenti.
“Le cooperative devono essere consapevoli che non sono un motore ausiliario – hanno detto -, ma uno dei motori principali della crescita. Crescita economica e sociale che ha assunto forme nuove, anche in questo momento in cui tutti dobbiamo affrontare le conseguenze del Covid, e che si sviluppa attraverso la presenza in tutti i settori della cooperazione, dalle sociali, pilastri del welfare moderno, alle imprese che producono energia da fonti rinnovabili, dalle cooperative di comunità, che creano nuovi servizi per rigenerare le aree interne, a quelle di professionisti e della conoscenza alle imprese recuperate, che fanno rinascere il lavoro dove c’era in crisi, a rischio di chiusura”. Tanti i volti cooperativi che si aspettano un riconoscimento vitale dalla prossima Giunta regionale.
A tutti loro, Maurizio Mangialardi ha lanciato l’idea di “immaginarsi in maniera evolutiva, come partner di eccellenza con cui lavorare alla coprogettazione di servizi, del welfare e delle Marche future”.
Roberto Mancini ha sottolineato “la necessità di analizzare il funzionamento della macchina regionale, stanza per stanza, così da poter disegnare una nuova organizzazione basata sui bisogni reali della comunità”. Gian Mario Mercorelli ha parlato della “necessità di possedere un’etica per pensare alla creazione di nuovi lavori e nuove professioni anche nella cooperazione” partendo dalla mappatura e dalla valorizzazione dell’esistente nelle Marche, dalle imprese ai beni culturali. “Lavorare cooperando sempre – ha definito Sabrina Banzato il suo approccio alla cooperazione -, un mondo con cui ricostruire una condivisione e un dialogo territoriale persi nel tempo”. Francesco Acquaroli ha detto che “la cooperazione, con le sue caratteristiche, ha la possibilità di creare e aggregare realtà diverse da cui può nascere nuova occupazione” e che “nel mercato degli appalti, con il rispetto delle regole, si creano più posti di lavoro e si rafforzano le imprese cooperative marchigiane”. Per Fabio Pasquinelli, “la cooperazione, nelle Marche, può essere lo strumento per rafforzare un modello complesso, senza smantellarlo, non solo nei servizi e nel welfare ma anche nei settori dell’economia produttiva”.