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LUSETTI: QUATTRO DIRETTRICI DI GRANDE INTERESSE PER LO SVILUPPO DELLA COOPERAZIONE
Settore: LEGACOOP
18 dic 2014
Crescita e occupazione. Devono essere queste le priorità anche per l’Europa. E al centro dell’attenzione sono state poste grazie all’azione del Governo italiano nel corso del semestre di presidenza europea. “Il semestre di presidenza italiana ha posto al centro dell’attenzione la nostra idea di fondo, ovvero che dopo anni di crisi profonda la priorità dovevano essere crescita e occupazione”. Lo ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo all’ultima tavola rotonda del 39° Congresso di Legacoop nazionale.
“Si può fare da subito qualcosa di importante – ha proseguito il Ministro – per selezionare progetti meritevoli di finanziamento: il nostro Paese ha preparato progetti per 40 milioni e quando decollerà il Piano Junker avrà un effetto moltiplicatore”. Il ministro Padoan ha poi analizzato le influenze sull’economia italiana della crisi del rublo, delle turbolenze in Grecia (“non c’è alcun rischio di contagio”) e del prezzo del petrolio.
“Abbiamo resistito meglio a questo lungo periodo di crisi, pur con grandi differenziazioni interne – ha spiegato il presidente Mauro Lusetti – ciò che diceva il Ministro sul possibile rilancio degli investimenti sulle infrastrutture apre spiraglio anche per il nostro settore costruzioni. Il fatto di aver resistito meglio, anche bruciando patrimoni, è un elemento che ha consentito di tenere insieme tante comunità”.
“Per il futuro – ha proseguito Lusetti – la messa in sicurezza del territorio, la sussidiarietà rispetto a uno Stato non più in grado di mantenere l’universalità dei servizi, la valorizzazione della cultura e dell’enogastronomia, la gestione dei beni comuni sono filoni di sviluppo che ci interessano in modo particolare. Dobbiamo affrontare il problema della crescita. Nel rapporto con il mercato locale non serve, ma se assume una dimensione internazionale occorre rafforzare le dimensioni anche attraverso reti e consorzi”.
“Unipol – ha spiegato l’amministratore delegato del Gruppo Carlo Cimbri – per dimensione e capillarità è un’azienda-Paese, i suoi destini sono legati a filo doppio a quelli dell’Italia. Quando cade il rating del Paese cade anche il nostro. Noi cerchiamo concretamente di continuare a investire in Italia. Ad esempio, se è vero che ogni famiglia spende oggi, in media, 1000 euro per garantirsi prestazioni sanitarie, mettendo a sistema la domanda possiamo garantire più prestazioni a prezzi inferiori”.
“Per i workers buyout – ha spiegato la vicepresidente di Coopfond Eleonora Vanni – abbiamo lavorato senza la presunzione che passando da un titolare a una cooperativa potessero cambiare le cose, analizzando la qualità dei progetti. Noi partiamo dalla convinzione che il lavoro si crea così, non con la finanza. Serve un ecosistema cooperante per sostenere la rinascita del lavoro”.