Sei in: CORINALDO: COOPERAZIONE AGRICOLA, FORESTALE E SOCIALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
CORINALDO: COOPERAZIONE AGRICOLA, FORESTALE E SOCIALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Settore: AGROALIMENTARE
14 set 2014
Promuovere lo sviluppo delle cooperative che garantiscono tutte le forme di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sarà questo il tema del convegno “La cooperazione agricola, forestale e sociale per modelli di sviluppo sostenibile”, organizzato dalle Centrali cooperative, che si svolgerà venerdì 19 settembre, alle 17, a Santa Maria in Portuno di Madonna del Piano di Corinaldo (An). L’iniziativa, sostenuta dalla legge regionale 7/2005, è anche un momento di sintesi dopo un anno di seminari, incontri e viaggi studio destinati alle cooperative per sviluppare reti di agricoltura sociale e per la promozione della cooperazione agricola biologica.
Parteciperanno Mauro Scattolini, direttore Confcooperative Marche, Matteo Principi, sindaco di Corinaldo, e Simone Cecchettini, responsabile Legacoop Marche Agroalimentare. Interverranno, per parlare di reti e cooperazione agricola, Antonello Delle Noci, presidente soci Distretto Marche-Abruzzo Coop Adriatica, Giovanni Bomprezzi, presidente cooperativa Undicesimaora, Andrea Bomprezzi, presidente Cogesco, Bruno Sebastianelli, presidente cooperativa La Terra e il Cielo. Di cooperative forestali e valorizzazione del paesaggio montano parleranno invece Luca Possanzini, direttore Consorzio Marche Verdi, Stefano Marzani, presidente Consorzio Terre Alte, Andrea Galli, Centro di ricerca e servizio sul paesaggio Cirp-Univpm.
Il convegno vuole anche essere un confronto su un territorio, quello delle vallate del Misa e del Nevola, che vede una notevole presenza di aziende biologiche organizzate in forma cooperativa e che, riscoprendo le proprie radici legate all’esperienza rurale di cooperazione, progetta il proprio futuro attraverso forme di collaborazione fra istituzioni, come nel caso del Cogesco-Consorzio gestione servizi comunali Misa Nevola, e fra istituzioni e imprese sociali. Proprio Madonna del Piano fu il centro, fra il XI e il XIV esimo secolo, del progetto di Cristianesimo sociale portata avanti dai monaci di Fonte Avellana. Accorpando diversi apprezzamenti agricoli, i monaci riuscirono a realizzare e pianificare un comprensorio produttivo di 3.700 ettari, organizzato in due grandi aziende agricole dove permisero ai servi della gleba di riscattare la propria dignità, valorizzando il lavoro in forma cooperativa e organizzando una rete di servizi per la popolazione. Una “signoria dei poveri” portata avanti dalla visione rivoluzionaria dei monaci sul lavoro della terra e la spiritualità, intesa non più solo come preghiera, che consentì di coniugare dignità umana, sviluppo sociale e attività produttiva con la tutela dell’ambiente.