ALLERUZZO, CHI TRADISCE I NOSTRI VALORI E’ FUORI

ALLERUZZO, CHI TRADISCE I NOSTRI VALORI E’ FUORI

Settore: LEGACOOP MARCHE

11 dic 2014

Il presidente di Legacoop Marche, Franco Alleruzzo, è in piena sintonia con quanto affermato dal presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti. Quanto successo in questi giorni relativamente ai fatti dell’inchiesta “Mafia Capitale”, con il coinvolgimento della cooperativa 29 giugno, è gravissimo e sconvolgente ed apre una profonda ferita tra tutti i cooperatori. Il sistema della cooperazione è sano. I valori della cooperazione, in particolare quelli della cooperazione sociale, non c’entrano nulla con i comportamenti e le azioni di alcuni dirigenti cooperativi coinvolti nell’indagine.


In questa vicenda non è stata coinvolta semplicemente la cooperazione, ma la cooperazione sociale di inserimento lavorativo. La cooperazione più “nobile” del sistema cooperativo perché si prende cura di avviare nel mondo del lavoro cittadini fragili che, altrimenti, non avrebbero mai avuto questa opportunità. Che uno strumento di partecipazione e riscatto sociale si sia trasformato, nelle mani di dirigenti senza scrupoli, in complice della malavita per una gestione opaca non solo degli appalti, ma anche della vita sociale e politica, è raccapricciante.

 

La battaglia per la legalità di Legacoop non conosce deroghe e, quindi, saremo inflessibili soprattutto con noi stessi. Legacoop è vittima di quanto successo e le prime decisioni prese dal presidente Lusetti appaiono chiare e adeguate e danno un esplicito segnale a tutti gli associati:

 

Immediata espulsione dagli organi di Legacoop di chiunque sia coinvolto nella vicenda e richiesta alle cooperative coinvolte di fare altrettanto

Sospensione dell’elezione degli organi di Legacoop Lazio

Costituzione come parte civile di Legacoop e Legacoop sociali
E anche l’indicazione a rendere più stringenti le regole dei mandati limitati, che serve per garantire un ricambio generazionale, oltre che come elemento di trasparenza, è totalmente condivisibile e auspicabile nella sua definizione in tempi brevi.

 

In Italia bisogna mettere mano ad una nuova stagione degli appalti pubblici. Gli appalti devono essere strumenti per garantire dignità del lavoro e qualità dei servizi o beni ai prezzi migliori, non il mezzo principe per ridurre costi e ripianare i bilanci delle esangui casse pubbliche. Se il rispetto del lavoro è assicurato e se i servizi erogati o i beni prodotti sono di qualità non c’è spazio per traffici illeciti. Di conseguenza, è indispensabile eliminare, una volta per tutte, le gare al massimo ribasso e, per i servizi del welfare, eliminare totalmente le gare e passare ad un sistema di accreditamento. Perché i servizi di welfare non sono prestazioni ad ore, ma patti territoriali per offrire risposte a bisogni che non possono essere gestiti tramite le gare di appalto. E su questo anche la politica deve fare la sua parte per cambiare questo Paese dicendo basta, una volta per tutte, alle gare al massimo ribasso, reintegrando il falso in bilancio, riducendo le tremila stazioni appaltanti e gestendo i bisogni delle comunità fuori dalla logica imperante dell’emergenza.

 



SUGLI STESSI ARGOMENTI: Legacoop Marche, Mauro Lusetti, Franco Alleruzzo